Parole, loop e precariato: il primo videoclip di Speaking And Looping

di 2bePOP - 2 marzo 2013

speaking_and_loopingÈ la realtà. Tempo fa, parlando con Andrea Pomini, ho appreso che l’inizio dei suoi Disco Drive è stato preceduto da un lungo dibattito interno sull’opportunità di cantare in italiano, per comunicare in maniera diretta con la gente che avevano attorno tutti i giorni, o in inglese, come poi hanno fatto, tentando di coinvolgere un pubblico più vasto.

Non c’entra che la band si sia sciolta. Quello che è importante è il perché di una tale indecisione. Che poi i cantautori italiani mi facciano venire in mente una trombata, in una cinquecento, di due amici dei miei genitori, che ormai hanno 60 anni a testa e una figlia bonissima, è un’altra storia: non ho mai assistito a quell’amplesso e se vomito è per l’esofagite. La questione, però, è che sti menestrelli li trovo anacronistici almeno quanto le posizioni democristiane del PD.

E poi ci sono i cantautori indie, quelli che cantano in inglese; che cazzo me ne dovrebbe fregare delle campagne del Michigan? Io sta derivazione dalla quale attingono non me la spiego e, tanto per cambiare, non la digerisco. Certo, è un problema mio. Ma, a sto punto, preferisco quel tamarro di Sprigsteen, in canottiera, sudato, che beve una diet coke: il fatto che sia in canotta e che non sorseggi una coca zero ha lo stesso fascino vintage del nuovo cantautorato e di sti campagnoli indie, ma almeno puzza di vecchio quanto di sudore.

E allora togliamoci ste camicie check (che sarebbero quelle a quadri, infìgnoranti) ed anche le cravattine di lana, o quelle sottili da dandy anni 70, infiliamoci una t-shirt degli immensi Beastie Boys, lercia, e muoviamoci al ritmo al quale dovrebbero viaggiare i nostri pensieri: con la lentezza che ci è negata, quella lentezza necessaria a mettere a fuoco le idee

Non è uno sforzo sovraumano. Avrei potuto copiare e incollare sta cosa, senza girarci tanto intorno; questa qui:

“Speaking and Looping è un concerto concentrato, un combattimento di posizioni acustiche, un giro di suoni e parole. Le parti suonate sono di Marco Orrico, chitarrista e cantante dei Camera 237, le parti vocali sono di Ernesto Orrico, attore e autore teatrale. La canzone “The Lack” è tratta dalla sessione denominata “The Lack of Work Kills”, dedicata al racconto della disperazione di uomini e donne che, perdendo il lavoro a causa della crudeltà delle nuove culture aziendali, si trasformano in sanguinari assassini. La canzone è stata scritta da Ernesto Orrico e Marco Orrico. Il frammento in italiano è tratto dal libro Social Killer. La rivolta dei nuovi schiavi di Mark Ames (ISBN edizioni)”.

Preferisco invece analizzare il perché 2bePOP scelga di prendere a battesimo l’anteprima del primo videoclip di questo progetto. Speaking and Looping rappresenta il rock italiano parlato, quello di CCCP e Massimo Volume per intenderci, ma anche l’uscire vivi dagli anni 90 e il tentare ancora di sopravvivere. È dare il giusto peso alle parole, è lo sposare con la musica. È il nostro sogno rock’n’roll, il sogno di essere dei rockers, ben calibrato con l’impegno a descrivere quello che realmente accade, il celebrare i libri e le loro ragioni, che da visionarie diventano premonitrici. È una lotta che vale la pena di sposare, ma soprattutto di combattere.

E il fatto che il protagonista del video sia Manolo Muoio è emblema di una continuità all’arte, al dissenso e alla controinformazione che profuma di casa e diritto ad avere un passato, un presente ed anche un futuro. Nulla, del resto, succede per caso.

Sì, sono amici miei, ma non mi sento un nepotista di merda. E sapete perché? Perché il lavoro, anzi la speranza del lavoro e le dinamiche crudeli degli organigrammi aziendali stanno uccidendo certamente più me che Bersani o Fini, ma di me non parlerà mai nessun cd; almeno prima che finisca salma, o carne di agnello sacrificale da coccodrillo su un giornale locale, nella più rosea delle aspettative. Gli Orrico parlano di me e di noi, a me e a noi. E poi i Disco Drive si sono sciolti. C’è chi vuole darmi torto?

Stefano Cuzzocrea