Tutto il pudore di Giangiacomo Pepe
di 2bePOP - 20 maggio 2014
Giangiacomo Pepe, quasi 30 anni, recensioni ed interviste sulle più importanti riviste cartacee e sul web (Vice, Crush Fanzine, GQ e un po’ di quotidiani nazionali tanto per intenderci), genovese di nascita (e di fatto) ed una gran voglia di scoprire ed esplorare l’universo femminile mediante il suo “occhio fotografico” tramite il quale impressiona tante donne nude immortalate nonostante la giovanissima età (qui il suo sito).
Quando il mio amico Ivan Divanto me ne ha parlato, dunque, chiedendomi di intervistarlo, sin dal primo scatto, mi sono innamorata di quello che i miei occhi vedevano e sono entrata in una spirale dalla quale non sono più uscitata come prima, cercando da lì dentro di capire il perchè delle sue foto e come diavolo sia possibile che, nonostante ritragga perlopiù donne nude in posizioni anche piuttosto scabrose per il “tribunale dell’inquisizione”, nessuno dei suoi scatti, a mio avviso, risulti essere volgare. Ho avuto voglia di continuare a “studiare” il suo universo, ho cercato in tutti i siti possibili su quali poter vedere le sue splendide foto, ho letto quasi tutte le interviste che gli sono state rivolte per cercare di capire più che potevo, per provare a mettermi io stessa dalla parte dell’obiettivo e vedere ciò che i suoi occhi vedono e ciò che la sua mente pensa.
L’ho cercato, l’ho contattato e gli ho praticamente fatto il terzo grado.
Di primo acchito la persona che si è presentata a me di fronte al monitor del mac è stata un ragazzo immerso completamente nel suo mondo, però assolutamente disponibile a qualsiasi contatto… soprattutto quello da parte del gentil sesso.
Siamo subito entrati in sintonia quindi, e, tra una chiacchiera e l’altra, alla fine ho deciso di andare a Genova per intervistarlo di persona e cercare di capire l’essenza delle sue foto, provando io stessa a fare degli scatti per lui. Solitamente viene da pensare che quando un uomo fotografa delle donne nude sia un maiale, ed io mentre ero sul treno diretto a Genova l’ho pensato quasi per tutto l’interminabile pecorso che ho affrontato, eppure quando mi sono spogliata non ho provato imbarazzo, sebbene io non sia una modella per quanto riguarda l’aspetto fisico, tuttaltro che longilineo, sia, per logica, lavorativamente parlando. Ma quando mi toccava per darmi indicazioni su come dovevo mettermi non percepivo nessun tipo di “rapa” dai suoi polpastrelli, tanto che non mi sembrava vero di essere io stessa quella che magari fino a qualche ora prima vedevo dall’altra parte dello schermo, ed il tutto avveniva con una tale naturalezza da fami sentire una vera e propria modella (e vi confesso che la cosa non mi è dispiaciuta affatto).
Ho avuto la sensazione di trovarmi di fronte ad un chirurgo che mi guardava con l’assoluta professionalità di colui che ha fatto il giuramento d’Ippocrate e che osserva un corpo senza metterci nemmeno un po’ di malizia ma solo per il puro piacere di continuare lo studio che ha iniziato, per andare sempre oltre, per capire sempre di più, con un’irrefrenabile sete di osservare, esplorare e, come direbbe Pennac, “poi ci fu il crepitio di un flash, e un bagliore di eternità”.
Così, mentre venivo immortalata sulla pellicola ho iniziato a porgli delle domande:
Giangiacomo, ultimamente si sta scatenando un grande interesse verso le tue fotografie, questo successo ti ha sorpreso?
Un po sì e un pò no. Diciamo che in parte è dovuto anche al fatto che sto curando di più la parte promozionale.
Quando e come è iniziato il tuo rapporo con la fotografia?
Una svolta vera e propria c’è stata tre o quattro anni fa, quando ho avuto la prima macchina fotografica, poi sono sempre stato attratto dalla fotografia in generale. Ho fatto una scuola di grafica e anche questo, se pure non me lo aspettassi mi ha aiutato un po’ in tutto.
Provandoti ad inserire in un movimento fotografico, quale sceglieresti? C’è qualche artista dal quale trai ispirazione per i tuoi scatti?
Movimento fotografico? No grazie. Se c’è qualcuno che poi deve mettere queste etichette, non sono di certo io, ma chi vede le mie foto. Una cosa è certa: non faccio fotografia erotica, datemi del pazzo ma io la penso così. Per l’ispirazione ci sono molti nuovi fotografi che seguo e anche internet è un grande contenitore di foto, guardando giornalmente siti e blog, che spontaneamente mi ispirano molto poi nel lavoro.
Cosa ne pensi della fotografia digitale? Anche se so che scatti solo in analogico…
Che dire? è allo portata di tutti, quello sì. Anche io ho iniziato col digitale e a volte per togliere la tensione che c’è tra la modella e me uso la digitale, ma chiaramente io immagino già le mie foto in pellicola, i colori e il bianco e nero del digitale non mi appartengono, almeno in questa fase della mia vita.
Dalle tue foto noto che prediligi il bianco e nero; c’è un particolare motivo dietro questa scelta cromatica?
E’ stato un percorso: come ti dicevo ho iniziato col digitale e a colori, ora quei momenti sono passati, tutto qua.
Preferisci una qualche tipologia di corporatura oppure è l’individuo stesso, indipendentemente dal suo aspetto fisico, che colpisce la tua creatività?
Va a momenti e dipende dalla persona nel senso che se mi piace e mi ispira e mi incuriosisce la fotografo, ma allo stesso tempo sicuramente preferisco un corpo slanciato e longilineo, pur senza un motivo preciso: semplicemente perché nelle mie foto mi piace vederle così.
Hai mai avuto problemi con le modelle quando dici loro lo scatto che hai in mente visto che le tue foto potrebbero anche essere vissute come un tabù?
No, perché le ragazze che vengono a scattare con me sanno già che tipo di foto dovranno fare o hanno già visto qualche mio lavoro.
Tra le foto del repertorio ce n’è una alla quale sei particolarmente affezionato?
No, non ho una foto preferita, chiaramente ce ne sono alcune che mi piacciono più di altre per le situazioni nelle quali sono nate, o a seconda del periodo o del soggetto, oppure semplicemente perché mi piacciano tecnicamente, ma non ne ho una preferita.
Domanda conclusiva ed anche abbastanza scontata: qual è il messaggio che vorresti arrivasse a chi assapora il gusto delle tue opere?
Per ora non ho nessun messaggio specifico da passare a chi incappa o guarda le mie foto, spero solo che chi le osserva le ricordi, che poi a mio avviso siano foto che vanno guardate più di una volta e assaporate con calma è un’altra storia
Chiara Catavitello