Tre mesi (e un’estate) senza Stefano
di Eugenio Furia
Una mattina di tre mesi fa ci siamo svegliati tutti con gli occhi gonfi per il pianto della sera prima, col pianoforte iniziale di “Ogni singolo giorno” per sottofondo e la sensazione come di un ventennio che si chiude. Che siamo diventati adulti lo diciamo ogni volta che un amico ci lascia, bel modo per auto-convincercene, poi quando un altro se ne va a quarant’anni ripetiamo per l’ennesima volta che dobbiamo fottercene delle nostre miserie e meschinità quotidiane. Che le priorità sono altre.