Re-start, il ritorno dei Linea77
di 2bePOP - 19 maggio 2015
Sudore, cuore, attitudine e istinto.
Sono queste le caratteristiche che animano i nuovi Linea 77.
Ne abbiamo parlato con Dade e Nitto in occasione della tappa calabrese del tour di “Oh!” ultimo disco e gradito ritorno di una della band italiane più importanti dell’ultimo decennio.
“Questo progetto arriva dopo 5 anni dall’ultima produzione uscita, anche perché c’è stato il cambio di line up e l’ingresso di Maggio e Paolino. Dopo tutti i cambiamenti abbiamo dovuto riprendere il filo del discorso. “Oh!” è la perfetta rappresentazione di quello che oggi sono i Linea 77. Una band di sei elementi perfettamente consapevoli di quello che sono e di quello che vogliono fare”.
Dopo tre dischi americani, i tour europei, le incursioni in territori musicali diversi e più vicini al nu-metal che all’hardcore degli esordi, nonostante l’accresciuta popolarità ed il successo, per i Linea 77 tutto si è complicato maledettamente.
“L’ultimo lavoro in studio con la vecchia formazione, “10” (uscito per Universal ed abbinato al magazine XL), rappresenta fedelmente il pessimo periodo che stavamo attraversando. Ci sentivamo con le mani legate, eravamo diventati un po’ schiavi di noi stessi e dell’esigenza di cercare sempre nuovi modi per proporci. Stavamo facendo musica di merda. “10″ contiene anche delle belle canzoni ma è freddo, senz’anima. Mancavano il cuore e il sudore, essenziali e indispensabili per un buon disco”.
Nell’aprile del 2012 dalla pagina facebook della band viene annunciato l’ingresso al basso di Maggio e il passaggio di Dade alla seconda chitarra. Nel successivo mese di ottobre, sempre a mezzo social network la band rivela l’uscita/allontanamento di Emi, uno dei due cantanti, per insanabili divergenze artistiche. La line up successiva, anche attuale, vedeva l’ingresso di Paolo – Paolino Paganelli – come chitarrista con Dade alla voce in tandem con Nitto. Nel 2013 viene pubblicato l’ep “La speranza è una trappola” contenente il singolo omonimo ed altri come “il Veleno”, “Avevate ragione voi” e “La caduta” con la collaborazione degli LNRipley. Segue un tour durante il quale viene eseguita anche “Tu menti”, cover dei CCCP. Il suono dei nuovi brani non concede nulla al pop verso il quale c’era stata qualche virata in precedenza e i testi sono ancora più impegnati e politici. Non è casuale che Mario Monicelli abbia ispirato la title track e che “Avevate ragione voi” parli dei fatti di Genova e del G8.
Il discorso sarebbe dovuto continuare con “C’eravamo tanto armati” annunciato ep di cui tutti conosciamo la storia e comunque anticipato da due singoli in download digitale, “l’involuzione della specie” e “io sapere poco leggere”.
“Oh!”, comprende anche i due brani sopravvissuti ed è in piena continuità con il percorso intrapreso nel 2012. Zero sperimentazione, tanta energia, contenuti e sudore nei live. Pubblicato a febbraio 2015 per INRI e interamente prodotto da Dade, “Oh!” guarda anche ai primi lavori della band senza disdegnare le sonorità più in voga attualmente dell’hardcore statunitense. Il brano “Absente Reo”, per esempio, era stato composto per il fortunato album “Horror Vacui”. Nitto ci racconta che, in un certo senso, era finito nel dimenticatoio.
“È una di quelle migliaia di situazioni, di provini che finivano nel nulla. Un giorno è venuto fuori Dade dicendo: “ma guarda un po’ questo pezzo qua… di quale anno era? ah sì, uno scarto di horror vacui..” era in qualche hardisk buttato lì in uno di quelli che non si è bruciato. Ogni tanto vengono fuori, abbiamo un sacco di materiale mai utilizzato, riascoltando il pezzo abbiamo capito che ci stava proprio bene e che bastava soltanto scrivergli un testo nuovo”. Il riferimento all’hardisk bruciato riguarda l’ep “C’eravamo tanto armati”, lavoro pronto per l’uscita e andato perso in seguito ad un corto circuito che ha danneggiato irrimediabilmente il computer che nei conteneva i file.
C’è un altro brano che suona molto 90’s, “Dividi et Impera”, con il featuring del rapper En?gma proveniente dalla scuderia Machete. Tutti ricorderete delle collaborazioni molto importanti nei precedenti lavori della band, dai Subsonica a Roy Paci, per non parlare del video de “La musica italiana” con protagonista quasi tutta la scena italiana di ogni genere ed, infine, Tiziano Ferro con tutte le polemiche a seguito.
Considerata la popolarità di cui gode il rap negli ultimi tempi chiediamo perché la scelta sia caduta proprio su En?gma.
“Siamo sempre stati fan dell’ hip hop ed anche di quello italiano. Abbiamo iniziato facendo la cover di “Stop al panico” degli Isola Posse All Stars. Poi abbiamo cercato per anni un rapper con un attitudine punk e rivoluzionaria, con un messaggio forte che spingesse a una reazione. Negli anni 90 questo spirito era vivo nell’Hip Hop, basti pensare a Kaos e al Colle der Fomento tra gli altri. Poi si è perso tutto. Con Danno (Colle Der Fomento) più volte ci siamo ripromessi di fare un pezzo insieme senza però riuscirci. Troviamo che En?gma sia uno dei rapper più interessanti della nuova ondata. È un ragazzo colto con molti interessi, non è un caso che “Dividi et impera” sia ispirato a Noam Chomsky, e alle sue 10 regole sul controllo sociale. L’idea di partenza è stata nostra, ne abbiamo parlato con En?gma che ha scritto un testo. Avendolo letto sembrava che lo avessimo scritto noi, quindi ci siamo trovati subito benissimo, non abbiamo cambiato una virgola delle sue liriche”.
Sempre in tema di featuring, “Oh!” Contiene anche “Non esistere”, una cover dei Fluxus storica band hardcore torinese. Una scelta particolare, non soltanto un omaggio ma anche un modo per riappropriarsi delle proprie origini.
“Con Franz Goria , leader dei Fluxus, è stato tutto molto spontaneo e naturale. A dire il vero avremmo dovuto partecipare con un brano ad una compilation/tributo di band italiane ai Fluxus. Non essendoci riusciti per una serie di impegni, parlandone proprio Franz ci ha suggerito di suonare “Non esistere”. Abbiamo pensato subito che fosse perfetta per noi e lui ha deciso anche di venire a cantarla nel nostro disco e di suonare la chitarra. I Fluxus sono un po’ i nostri fratelli maggiori e ci consideriamo entrambi figli dei Negazione”.
L’assist che Dade ci fornisce è troppo ghiotto per non affondare e chiedere di Torino, se c’è ancora il fermento culturale e musicale della seconda metà del duemila e se nell’Italia attuale, ha ancora un senso portare avanti un progetto coraggioso come quello di INRI, la sua etichetta indipendente.
“Torino, come allora, mantiene vivo il fermento musicale con un perfetto e solido mix tra artisti e band storiche con l’underground. INRI pian piano è diventata quasi un punto di riferimento nonché una realtà importante per l’underground. Nell’ Italia attuale è possibile portare avanti progetti del genere solo se non ti aspetti niente in cambio, ecco la storia è proprio questa. Se tu fai le cose aspettandoti che qualcuno ti dica bravo, che venga a vederti dal vivo o che ti compri il cd allora stai sbagliando, perche quasi sicuramente la tua musica viene fuori falsata, corrotta da un pensiero che non ha niente di artistico. È proprio nel momento in cui tu non pensi a niente del genere e inizi a fare le cose perche senti di farle, quasi come fosse un esigenza fisica, che viene fuori ottima musica.
INRI è questo! E le nostre produzioni lo rispecchiano fedelmente. Bianco, Anthony Laszlo, Levante , i Titor, sono tutti ragazzi che hanno necessità fisica di scrivere canzoni e di cantarle. Non si pensa a prodotti preconfezionati da classifica, sono giovani con l’attitudine giusta, quanto meno per quello che intendiamo e cerchiamo noi.
Onestamente non so se il movimento musicale italiano oggi si stia rigenerando o se è nella solita fase di stallo. Posso solo dire che c’è sempre un miglioramento, poi ci sono periodi d’oro, periodi d’argento e periodi di merda. Probabilmente il picco raggiunto tra fine dei 90 e inizio 2000 con festival come il Tora Tora difficilmente tornerà. Poi infatti c’è stato il tracollo ed oggi, anche se non seguo più tanto, credo che ci siano realtà italiane che fanno davvero cagare. Molta gente sopravvalutata che non merita il successo che ha e che caratterizza un periodo davvero di merda. Sono figli di un progetto basato sul numero dei like che ricevono su Instagram o Facebook.
Tutto nasce e muore sui social network, si regge sulle visualizzazioni pilotate dei video, progetti creati a tavolino, musica e personaggi usa e getta. Chiaramente ci sono anche le eccezioni, magari senza il consenso dei più ma che fanno musica e dischi che restano aldilà dei like. Il problema è che non c’è più spessore, non c’è più nulla da dire, magari ti resta impresso un pezzo ma non ti ricordi neanche chi lo aveva fatto”.
Essendo dei Nerd non potevamo esimerci dal chiedere del video/non video di Presentat – Arm che pur affrontando tematiche legate alla distribuzione e alla promozione di una band è pur sempre un “gioco di nerd”.
“Piu che altro è una presa per il culo” dice Nitto sorridendo, “ siamo riusciti a fare circa 100 volte il numero di views e like, e tutte quelle stronzate inutili, con un giochino che facevamo in furgone piuttosto che spendere migliaia di euro per un video che sarebbe risultato simile a qualsiasi altro video di qualsiasi altra band del mondo che fa questo genere. Ci diamo la pacca sulla spalla da soli, neanche noi ci aspettavamo che potesse funzionare, era un gioco che facevamo da anni in furgone”.
Sostanzialmente il video chiede ai fans di indovinare 77 nomi di band indicati attraverso le emoticons. “L’idea nasce anche dal concetto che non ci sono più i media che c’erano un tempo, quelli che trasmettevano il video e che facevano promozione effettiva alle band ecc….quindi alla fine, perchè non mettere un gioco che facevamo per noi e vedere di allargare la cosa e coinvolgere più gente possibile… alla fine è stata veramente una cosa spicciola, ingenua. Ci abbiamo messo un’ora e mezza a realizzarlo e il giorno dopo era uscito, senza troppi pensieri. L’unico neo dell’operazione è che la musica non se l’è cagata nessuno”.
Francesco Sapone / Roberto Gentili
Credits photo: Miserianera