Primavera dei teatri
di 2bePOP - 19 dicembre 2012
La tredicesima edizione del Festival Primavera dei Teatri, organizzato dalla compagnia Scena Verticale di Castrovillari, per la direzione artistica di Dario De Luca e Saverio La Ruina, si è svolta nella cittadina ai piedi del Pollino nei giorni compresi tra l’1 e il 4 novembre. Il festival, come il nome racconta, è sempre stato realizzato nel periodo primaverile mentre quest’anno, a causa delle lentezze burocratiche della Regione Calabria, ha subito un evidente ritardo di programmazione; è stata solo la tenacia dei suoi organizzatori a garantirne lo svolgimento.
I lavori proposti dalla gran parte degli artisti presenti, pur nella loro eterogeneità, si sono caratterizzati come spettacoli che chiamano direttamente in causa la responsabilità degli spettatori, continuamente, senza lasciare spazio al distacco, che altrimenti ti perdi per sempre e non capisci più nulla, né dello spettacolo a cui assisti né del mondo in cui sei immerso. Si è privilegiato quindi un “teatro necessario” alla continuazione della specie umana, presenza su questo sciagurato pianeta che non può prescindere dalla socialità e dall’incontro/confronto con l’altro/gli altri.
“La merda. Decalogo del disgusto #1” pluripremiato testo di Cristian Ceresoli, interpretato dalla potente, per voce e forza scenica, Silvia Gallerano, è un bombardamento di parole che ti scavano dentro per l’abrasività del contenuto, un flusso rosso di coscienza di una “giovane donna brutta” che racconta, microfono in mano, un percorso iniziatico, un avvicinamento malato alla italica realtà teletrasmessa. Un lavoro, si diceva, che ha fatto incetta di premi persino nella mitica Albione, Fringe First Award 2012, Arches Brick Award 2012, una nomination al Total Theatre Award e soprattutto The Stage Award for Acting Excellence 2012 for Best Performance al Festival di Edimburgo. Come si dice in questi casi? Chapeau.
E a proposito di premi e premiati, altra opera che ha affascinato pubblico e critica presenti alle giornate castrovillaresi è stato “Giro solo esterno con aneddoti” della compagnia Costa/Arkadis, che con questa performance di 20 minuti si è aggiudicata il Premio Cappelletti 2012. Sotto il sole forte ma non cocente del mezzogiorno del 3 novembre, nella corte del Castello Aragonese, l’efficace e disincantato Marco Sgarbi, nei panni di una guida turistica, ha “accompagnato” gli spettatori in un tour virtuale tra piazze e antichi palazzi, giocando con un modello tipico del teatro di narrazione, raccontando qualcosa che lo spettatore non potrà mai vedere, ma che per tacita antica convenzione accetta e da cui con spensierata consapevolezza si lascia rapire. Un gioco metateatrale di svelamenti culturali che fa parte dell’ampio progetto Manufatti artigiani, in cui trovano collocazione “Messa in scena” e “Senza titolo”, altri frammenti presentati durante il festival dalla compagnia veneta.
Una prima nazionale è stato, invece, lo spettacolo “Chiusi gli occhi”, scritto, diretto e interpretato da Oscar De Summa (accompagnato in scena da altri 4 attori) e prodotto da La Corte Ospitale. Lavoro che resta continuamente sospeso tra leggerezza e tragedia, e in cui quattro uomini sull’orlo di una crisi di nervi si offrono e si svelano in un ultimo atto sacrificale agli occhi degli altri, prima di venire inesorabilmente suicidati dalla società.
Il festival ha offerto al suo pubblico altri momenti di notevole spessore emotivo, dal dolce-amaro “Italianesi” di Saverio La Ruina al delicato “La ragazza al buio” di Maria Teresa Berardelli, dal politico-politico “Discorso grigio” di Fanny & Alexander – interpretato dal magistrale Marco Cavalcoli – all’omaggio a Danilo Dolci del drammaturgo siciliano Tino Caspanello.
Le giornate della Primavera a “fioritura tardiva” si sono chiuse con la cerimonia dei Premi della Critica 2012, curati dall’Associazione Nazionale Critici di Teatro preceduta da un doveroso ricordo di un antico amico del festival PdT, quel Renato Nicolini, instancabile animatore culturale e inventore delle “Notti Romane” recentemente scomparso.
L’ultima chicca è stato un fuoriprogramma, offerto alla critica e agli operatori presenti da uno dei padroni di casa. Dario De Luca, accompagnato dalla Omissis Mini Orchestra, ha proposto il suo nuovo spettacolo di teatro-canzone “Morir sì giovane e in andropausa”, opera in cui si apprezza la verve comica del cantattore cosentino giusto un poco ammantata da un velo di tristezza, visto che il tema dei monologhi e delle canzoni è il lavoro, quello che non c’è.
Ernesto Orrico