Johnny è quasi magia: sono 57 tondi tondi…

di 2bePOP - 31 gennaio 2013

lydon

L’abito non fa il monaco? A sentire questa storia sembra il contrario. Inizia tutto a metà anni 70, poco meno di 40 anni fa. Un ragazzetto smilzo, con i denti marci, entra in un negozio di vestiti. Indossa una t-shirt dei Pink Floyd customizzata in modo da oltraggiare la band. Ebbene pare che si proprio per via di quella maglietta che diventerà il leader di una delle band più famose dell’intera storia del rock.

Chi è? Un perdigiorno di origini irlandesi, che mangia fagioli in scatola sei giorni a settimana, almeno fino al 1975. Si fa chiamare Joh Lydon; ma, per via della sua dentatura, per un po’ era famoso come Jonny Rotten. Sì, quel nome ha fatto storia. Gli è rimasto addosso anche se non lo ha più potuto usare dopo il processo lunghissimo con il manager del suo gruppo. Quello tra il re del punk e il tale che avrebbe voluto essere il suo burattinaio tutta la vita, ovvero Malcom Mc.Laren, è stato uno dei processi più eclatanti del rock’n’roll. Ed è fighissima la frase che ha innescato tutto: “Avete mai avuto la sensazione di essere stati pesi per il culo? Io sì è e non affatto divertente” è davvero una bomba.

Poi è partita la cover di No Fun. Finiva così l’ultimo concerto americano dei Sex Pisols. Ma non finiva così la più gande truffa del rock. Era partita rubando gli strumenti dai palchi dei loro artisti preferiti. Poi sgraffignando addirittura una sala prove: visto che il padre di uno di loro doveva rimbiancarla tanto valeva occuparla per po’. Il resto della vicenda lo conoscono tutti: le case discografiche pagavano soldoni per scritturare la band e poi altri fior di stelline per buttarli via a calci nel culo. Personaggi scomodi. Come li si sarebbe potuti definire altrimenti dei ragazzacci che girano Londra in battello, durante il giubileo della regina, per presentare un singolo intitolato God Save The Queen?

A fine corsa, dopo quella data americana, a Malcom sono rimaste un po’ di carte, verdoni compresi, e a Johnny un biglietto di sola andata per la Giamaica. Che pacchia: essere pagato da una delle etichette discografiche più grosse del mondo, a vent’anni, per starsene in piscina, fumando erba, ad ascoltare i migliori gruppi del tuo genere preferito, il reggae, per selezionare quelli sui quali varrebbe investire per un album in Europa. È andata così. Dopo, però, quei bassi dub gonfi-gonfi sono finiti per alimentare il sound dei Pil, traghettando la new wave oltre le mode. Era io limite pubblico dell’immagine. Del resto bisognava togliersi di dosso quella maglietta, quel nome e quel movimento di copiosi imitatori.

Ecco fatto allora. Uno schermo copriva il live della band, limitando l’immagine e attirando l’ira del pubblico, tant’è che qualcuno in line up ci stava restando secco per via di qualche oggetto lanciato con troppa foga. Non male per un tipo che a sette anni stava morendo per una meningite: ha finito per cambiare le carte in tavola e per accendere la miccia di en due o tre rivoluzioni musicali. Oggi dice che quella malattia gli ha temprato il carattere.  Quel “no future” diventato mitologico, viene da lì:  sostiene che il futuro sia di chi lo chiede a gran voce; come se, alla fine, le frasi che Malcom e Viv, con Bernie, scrivevano sulle t-shirt non le avesse più scordate e fossero ancora le sue regole, come quel “si ragionevole: chiedi l’impossibile” che gli dà ancora questa idea di vita ed è logicamente ancora il suo motto.

Che poi abbia fatto l’isola dei famosi, lo spot del burro e tutte le reuninon che sto morbo del retrofuturo a base di nostalgia gli abbia concesso poco importa: si dovrà pur campare, o no?

Intanto i Pistols restano una truffa: Glen Matlock, quando l’ho intervistato, mi ha detto che lo odia da sempre, sebbene suonino di nuovo assieme. Quel loro amico, quello che Johnny prendeva per i fondelli fino ad affibbiargli il nome di un criceto, quello se n’è andato ed è rimasto un mito dei perdenti. Erano tutti perdenti. Già, Rotten era il re del punk, ma ha capito da adulto il significato della parola punk: quei falliti ai quali in carcere lo mettevano tutti davvero nel culo, per quanto fossero amorfi.

Ebbene, signor Lydon, so che ti piace Lady Gaga, ma non fa niente: buon compleanno. Sono 57 tondi tondi proprio oggi. E il live dei Pil è ancora una bomba.

Stefano Cuzzocrea