Il dramma della Ciccone
di 2bePOP - 29 novembre 2012
La verità? Madonna non può fare un album brutto. Se non bastasse il suo talento provvederebbe a suon di verdoni, ingaggiando talenti e tentando un altro centro. Ha fatto così. Si è messa alla ricerca di gente che le potesse dare una mano e ha arruolato un piccolo esercito per incidere questo nuovo disco. I nomi? Benny Benassi, William Orbit, Joe Henry, Solveig, Klas Ahlund, Free School e The Demolition Crew, per quanto riguarda i produttori. Sarebbe già potuto essere abbastanza e, invece, per le parti vocali, ha chiamato alle armi Nickj Minai, M.I.A, insieme, ed anche Mika. Sì, perché questa è la sua guerra personale. Deve riconquistare quel mondo che le sta sfuggendo di mano. Il titolo parla chiaro: MDNA la sintetizza.
E si tratta anche di far riecheggiare una sostanza di sintesi usata negli ambienti clubbing: quell’mdma che molti chiamano la droga dell’amore. Una metanfetamina è quello che le ci vuole. Da sola non può più farcela. Sono trent’anni che è la regina incontrastata, o quasi, del pop. Però quel quasi la disturba. La concorrenza è spietata e ha più fiato. Non è un caso che il video di Girl Gone Wind si stato vietato da YouTube ai minori di 18 anni, per via di un bacio gay. Eppure sulla stessa piattaforma si trova ancora la pomiciatina di miss Ciccone con Britney, sebbene abbia fatto più giri del mondo di Willy Fog. Tutto regolare: come avrebbe potuto sbaragliare l’avversario, altrimenti?
Ed eccola, infatti, sul Sun a lanciare il suo proclama politico: «Prima di tutto prenderei tutto il denaro destinato alla difesa e lo metterei nell’educazione, in modo che gli insegnanti guadagnino di più. È scandaloso quanto poco siano pagati. I matrimoni gay sarebbero legali ovunque e accettati e non ci sarebbero restrizioni o censure su nessuno dei miei videoclip».
Riuscirà Lady Gaga a stilare un programma capace di unire elettorato omosessuale e famiglie? Difficile. Già, perché a lei manca l’essere davvero donna, mentre la regina delle classifiche passate è ben quattro volte una “material mum”, come l’apostrofano ormai da lustri. Difatti c’è anche il suo ruolo di mamma nell’album. Se non bastassero gli sfoghi da genitrice single e stressata di I Don’t Give A, ci pensano i coretti, affidati alle figlie Veronica e Lourdes, di Superstar a ribadirlo.
È una donna. Non un fenomeno del jet-set, ma una signora che, nonostante il fisico a atletico, vive una piccola crisi di mezza età e ha paura di perdere il posto. Il mercato musicale genera precariato. No, lei, però, non ha bisogno di soldi: ne ha talmente tanti da finanziare svariate opere di bene. Ma perché abbandonare la vetta proprio ora che inizia a perdere colpi? Manie di grandezza confermate da Lindiwe Chide, portavoce del Ministero dell’Educazione del Malawi, dopo l’annuncio della cantante di voler costruire dieci scuole, «senza chiederci il permesso; ormai ci sembra proprio che sia intenta più a promuovere la sua immagine internazionale che non a fare i nostri interessi».
Povera Madonna: ormai non le crede più nessuno. E in effetti MDNA suona un po’ come una raccolta di remix, con l’aggiunta di qualche pezzo che sembra di una vita fa. Ma basta leggere tra le righe, scendere fino in profondità di queste canzoncine, per ritrovarla nuda, con tutta la semplicità di questo gesto pop. Ritornelli che restano in testa come il successo. Quale sarebbe un bel lieto fine per tutta questa vicenda? Che, come la Ciccone ha detto di desiderare fortemente, Tarantino decida di girare il videoclip di Gang Bang. Allora YouTube sarebbe sconfitto in partenza. Resterebbe giusto qualche altro nemico, ma è saggio conservarne un po’ per la vecchiaia. In fondo, non c’è poi molto tempo…
Stefano Cuzzocrea