Garage Olimpo – Lies

di 2bePOP - 27 marzo 2013

liesNon c’è bisogno di sociologia e ricerca, appunti e discussioni, per capire che oggi per essere un producer basta essere situated dentro cameretta, con una connessione flat o un wi-fi scroccato alla meno peggio al negozio del piano di sotto. Certo, poi ci devi mettere il talento e quello non lo danno dentro schede e abbonamenti prepagati. Piuttosto ti fai il culo, spingi i giri a 360, somatizzi al meglio tutte le esperienze.

Oscar e Piero, straight outta Avellino, oggi si fanno chiamare Lies, e sono uno dei tanti act italiani emergenti nel mondo dell’elettronica future bass e dintorni. Una mina dall’esercito del laptop tricolore. Il punto in più sta sopra, in alto, dove siedono classe e portamento. Invidiabile stile, giacca e beat assassini. E dire che dieci anni fa era cominciato tutto col post-hardcore: “Suonavamo Refused, Snapcase, At the Drive In, Deftones, e allo stesso tempo ascoltavamo un sacco di elettronica e drum & bass. Da Bonobo a Goldie, da Grooverider ad Aphex Twin e Amon Tobin”. La scintilla definitiva però scocca all’incontro coi cataloghi Warp, Ninja Tune e Morr Music. Roba che rischi di rimanerci secco.

foto di Simona Pietropaolo

foto di Simona Pietropaolo

Le precauzioni giuste i due così le prendono, e arrivano oggi, dopo anni di gavetta e set macinati, folder cestinate e spaccio illegale, al giro di boa che inizi a costruirci una carriera vera. Un EP fresco di pubblicazione per la Strikeback. Recordings, label lituana piena zeppa di giovani talenti e nu-comers del giro bass globale. “Escaping Colours” ragiona idem a testa alta, tre pezzi + tre remix (tenete d’occhio l’altro italiano London-based HLMNSRA) che prendono a piene mani da tutto il suono e l’immaginario connesso alla faccenda: “Il sound si è evoluto inevitabilmente, adesso i pezzi sono tutti nostri al 100%, suoniamo tutti i synth, ci facciamo le batterie”.

E si fanno anche tanti viaggi i Lies. Da tutto il giro Travis Stewart e LuckyMe declinato più velluto, fino a certa chilly dubstep, che violerebbe facile l’intimo d’ogni donzelletta che non vien dalla campagna. La forza sta  nel multitasking, nei panorami nuovi che riescono ad aprire dopo curve inaspettate. Provateci voi a dipingere acquarelli DIY, con questo stile e questo ardore: “Ci sono tanti colori dentro “Escaping Colours”, e lo capisci già dal titolo. Poi vedi il video di “Escape” e tutto torna. trovi ogni singolo umore di questo lavoro. Sono colori desaturati ma comunque vari. C’è il grigio, ma anche tinte vagamente brillanti e accese”.

Ad aprire gli occhi invece su ciò che li circonda, lo sguardo si ferma di fronte alle classiche barriere di provincia: “Avellino è un posto atipico, c’è estrema conoscenza musicale, grande passione, ma ormai in molti se ne allontanano ed è difficile costruire discorsi culturali duraturi. Pare si stia lentamente consumando, a parte alcune realtà che stoicamente resistono”.

E così correre incontro alla musica significa anche allargare lo spettro delle distanze fisiche. Aprirsi nuove porte. Immaginare e poi. Insomma, se qualcuno dovesse fare un fischio di là delle Alpi, almeno da lidi non europarlamentari qui si continua a rispondere con dignità e freschezza. E scusate se è poco.

Marcello Farno