Freestyle Picasso Blue
di 2bePOP - 8 maggio 2013
Il mondo si divide in due: quelli che corrono e quelli che ascoltano Eva Cassidy. Ci sono persone che vivono tra i rifiuti e persone che non accettano mai un rifiuto, nemmeno telefonico. E Pablo Picasso si è dato al free jazz stanco del laconico blues.
C’ho un po’ di traffico nell’anima da smaltire, di quello che brucia, come una supposta di eroina andata per traverso C’ho un po’ di roba da smerciare, e il fatto che sembra sia data a poco non implica nulla e non deve necessariamente rappresentare un ostacolo, del resto il siluro prima o poi colpirà l’incrociatore, e non ci sono Santi che tengono e nemmeno Super Santos, forse.
Forse ci sarebbe da spegnere tutto e da staccare la spina – ammesso che ci sia ancora una spina – ma quale cazzo di spina!?!
C’ho qualcosa da dire e come Picasso, in fase blues, utilizzo solo una parte della tavolozza, la tecnica, sempre la stessa, non è letteratura e non è giornalismo, ma se per questo anche quelli non erano cannelloni, cara amica! Eppure ce li siamo mangiati uguale e ti abbiamo anche detto che erano buoni, non perché siamo dei coglioni o perché non siamo stati dotati da papille gustative, ma perché alla scuola dell’obbligo della vita e della buona creanza ci hanno insegnato a dire, sì, bravo, bis!
Parlano di governo di larghe intese e del fatto che i giovani non possono identificarsi in questa classe politica e dirigente, ma se loro potessero veramente cambiare qualcosa credo partirebbero dai colori, dal modo di esprimersi, di vestire.
Lo avete visto Enrico Letta in tv, sì? Io me lo sono perso volentieri, ero troppo impegnato a farmi piacere quei pessimi cannelloni ricotta e spinaci, così mi hanno detto, così vi dico.
E vi dico anche che il momento della verità è giunto e la fatidica prova costume non avrà pietà, come in una pellicola di Quentin Tarantino di quelle anni novanta, niente fenomenologia del genere dunque, ma commistione, pastiche, mescolanza.
Abbiamo vissuto così tanto di mescolanze che alla fine ci siamo fatti piacere anche la salsa rosa.
In questi giorni nella mia città si discute tanto del problema rifiuti, e della spazzatura che invade le strade. Eppure io, mai come adesso, vedo ordine, disciplina e pulizia attorno a me. Sono io l’ultimo e l’unico zimmaro rimasto in circolazione.
Datemi una giacca scura e un paio di occhiali e vi risolleverò il morale, o quanto meno vi farò da servizio alla porta.
Bassa stagione anche due cocktail possono bastare, fammeli leggeri però, Tonì, che devo ancora digerire quello schifo di cannelloni che mi sono rimasti sullo stomaco. Calabria state of mind, Catanzaro mon amour!
The Freewheelin’ Dario Greco