L’apparecchio gusto – Le Origini del male
di 2bePOP - 14 maggio 2013
Sto perdendo un sacco di liquidi, fa lui, allergico. E io sto perdendo un sacco di capelli, replica lei (il dialogo probabile).
Ve le ricordate le ciliegie candite per torte della Pane Angeli? Io sì, me le ricordo bene. Parto da qui, senza nessun folle, perché per capire come siamo messi è importante dire che non ci sono più quelle torte di compleanno che ci facevano da piccoli.
Adesso è tutto un fiorire di ricotta e pera, pistacchi e pera, cioccolato e pera, pera e pera. Insomma, il messaggio subliminale per le nuove generazioni è questo: non avete speranza, o voi che festeggiate, datevi all’eroina che è meglio!
Nessuna obiezione, quando il pop diventa un vero e proprio fenomeno culturale e una dimostrazione di supremazia intellettuale è il segnale che qualcosa non ha funzionato, che la formula del Mago Merlino è stata inquinata dal mestruo acido di una Fata Morgana qualunque.
Che fare dunque? Massimo Cacciari ha risolto, in un modo del tutto imprevedibile e anche piuttosto difficile da prevedere. Lo si vede spesso in tv inveire e “smadonnare” contro la Santanché di turno. Una cosa che sembra non essere un granché per questo elettorato stanco di fare harakiri e di utilizzare uno schiaccianoci per testicoli ormai doloranti e addolorati.
Ci vorrebbe un nuovo Francesco Guccini, o anche un Ligabue meno vecchio e meno moscio, forse. Forse anche no! Con la primavera arrivano le solite rock star, pop star & cose, come l’inossidabile e rifatto Bruce Springsteen. Ed è subito EVENTO!
Ciao mamma guarda come mi diverto, con la set list jukebox, pilota automatico e bottone di autodistruzione in bella evidenza. Pensare che volevamo cambiare il mondo e che siamo finiti col sostituire l’avatar sul social network, non è un pensiero triste, è solo un dato di fatto. E lo chiamavano REALISMO. Fate un po’ voi.
Uno specchio può solo riflettere la sua superficie, la tua pelle, ma tu non sei la tua pelle, sei un fenomeno molto più profondo, disse la ragazza del centro benessere Dosha. Gli specchi mi perseguitano e io non vivo più senza il loro riflesso. C’è un complotto verso il mio modo di essere, il mio modo di vestire, il mio modo di pettinarmi, male.
I pettini trattengono come avidi piranha i residue della mia presunta giovinezza. (Giovinezza! Giovinezza!) Sentinelle in perlustrazione visitano la mia cavità orale, e resto in attesa di un responso che già conosco. Ineluttabile realtà. Invecchiamo giorno per giorno, mentre trasciniamo a fatica la catena della libertà. Vibra il nostro essere sopra la vestigia che ogni giorno si assottiglia e che ci rende prigionieri e liberi nello stesso tempo. Scopriamo una realtà altra, quella della consapevolezza, oltre la nostra idea di io, oltre il mondo di idee che ci siamo imposti. L’essenzialità ci appartiene, e non è sempre una scelta. Anche il box della doccia fa parte del complotto e mi fa capire che è nel superfluo che devo ricercare comprensione.
Cuffiette sbiadite e ciabatte ammuffite. Stelle cadenti in una notte di rivalsa e delle lunghe recriminazioni. Tu non sei il tuo corpo, ma è al corpo e alle leggi della fisica che devi fornire risposte e semmai portare giustificazione. E non ti serve a niente essere bravo a contraffare la firma, perché tanto l’unico giudice resti sempre e solo tu.
Simulare entusiasmo serve solo per sbarcare il lunario, anche se il luna park ha cambiato città. Altro giro, stesso regalo. Wish Park/Wish List & Copycat. Napoli Power/Scalea state of mind. Il situazionismo è la scialuppa di salvataggio lanciata in un mare nella burrasca dell’ambizione per molti sognatori e ricercatori accaniti del naso biondo della verità.
The Freewheelin’ Dario Greco