A Mezzanotte sono fiorite le Orchidee

di 2bePOP - 26 settembre 2017

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Lui è diverso. Ghemon (o forse adesso si chiama Gilmar?) è un cazzotto nello stomaco a tutto il rap italiano, ma sferrato con la leggerezza di una farfalla e la forza di un elefante“.  (Stefano Cuzzocrea, 8 gennaio 2013.)

Mezzanotte è il nuovo album di Ghemon, fuori da qualche giorno per Macro Beats (label che in questo 2017 sta festeggiando i suoi primi 10 anni di attività).  Mezzanotte è, soprattutto, un album nuovo. Che arriva 3 anni dopo il fortunatissimo Orchidee. Ancora una volta come un cazzotto nello stomaco, solo che questa volta il destinatario non è il Rap Game.

Leggerezza e forza sono proprio due dei punti cardinali di questo disco.  La leggerezza, quella stronza, a volte manca a tutti noi.

Non è facile infatti raccontarsi senza timore di ricevere un giudizio, donando alla propria musica il vestito buono per mettersi a nudo, andando se necessario contro tutto e tutti. Ci vuole coraggio per cambiare tutto ogni volta. Coraggio e studio. Ma poi, quel momento in cui premi il tasto ‘invio’ e ti mostri al mondo, è determinato proprio dalla leggerezza. Dietro la quale si cela una forza incredibile.

“Forse è lui la new wave dell’hip hop a casa nostra. Eppure è un estimatore del passato, dal funk e dal soul americani alle posse nostrane. Quello che non si atteggia a vincente e va per la sua strada comunque” (ibidem).

Ghemon ci ha sempre abituati a qualcosa di ‘diverso’. E qualcuno se ne era accorto, come potete leggere. Lasciamo totalmente da parte i clichet del Rap intellettuale, devoto all’eleganza fine a sé stessa, che non premia i contenuti di strada e le pose da superuomini. Parliamo di vita. Come questo disco.

Mezzanotte racconta un momento difficile, in cui le canzoni diventano i negativi di una metamorfosi che porta il ragazzo a diventare uomo. Volendo, c’è anche un capro espiatorio e questo potrebbe essere la fine di una storia d’amore. Con tutta la transizione del caso. Ma bisogna scavare molto di più, parola per parola, se si vuole capire la potenza di questo disco. Già sotto il profilo lessicale. Non sarà facile, Signori, perché non è un disco da una botta e via. Qualcuno lo ha definito complesso. Altri sofisticato.

Per noi è una roba che ci fa dire che se questo è il Pop del 2020 siamo ben lieti di accoglierlo. Non per un giorno, non per un mese. Ma ogni volta che si fa ‘Mezzanotte’. Le parole raccontano di una depressione forte, vissuta con l’impeto di chi vuole farla passato e risalire fino alla ‘Luce’ (tanto per citare un pezzo del passato di G.). Le parole diventano musica e la musica parte dalle stesse mani di chi le ha scritte. Mancava qualcosa, forse, nei precedenti episodi. Il cantarle con un’intensità inaudita (in tutti i sensi).

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E allora, oltre a essere “diverso”, Ghemon è sempre stato un perfezionista. ‘Magia nera’ e ‘Dentro le pieghe’ ne sono la prova. Ma la perfezione a volte porta a degli scompensi. La notte li conserva, il giorno con il suo lavoro incessante (quello fatto sulla voce, sul fisico, sulla mente) lì rende arte. E se è vero che ‘Ogni guerriero delle volte deve andare giù’, è anche vero che per superare noi stessi (musicalmente e umanamente) a volte dobbiamo infilare le dita nel buio. Ne verranno fuori brani ‘allegri ma seri’, e autentici capolavori come ‘Dopo la medicina’ e ‘Temporale’. Senza dimenticarci di noi stessi, come succede in ‘Kintsugi’ (che, a proposito, è Rap. E chiude il disco, riparando con loro le ferite).

Il nuovo album di Ghemon ci mostra il Ghemon che il disco precedente aveva lasciato intravedere, con meno concessioni alle radio e con un labor limae profondo. Perché oltre a ciò che si dice, almeno in un’opera, è importante il ‘come lo si dice’.

“In verità tutto lascia presagire che si metterà a cantare più che limitarsi a rappare” (Ibidem.)

Se l’obiettivo era cantare bene, trasferendo nelle canzoni la densità di argomenti e sensazioni che si possono esibire in 3-4 minuti di Rap, con la sfrontatezza di un registro linguistico che fa invidia a tutti (indie-eroi e new sensation del pop e della trap), Ghemon ha vinto. Potremmo star qui a elencare tutte le frasi che ci hanno colpito, ma vi immaginiamo leggerci e ascoltare il disco. In auto, in cuffia, a letto.

Le Orchidee sono fiorite a Mezzanotte.

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