Un nuovo album per The Postal Service? Fuocherello…
di 2bePOP - 16 febbraio 2013
Aiuto. Da loro non ce saremmo potuti aspettare e invece ci sono cascati.
Sono dieci anni che li si aspetta. I Postal Service mancano dai negozi di dischi dal 2003, da quando “Give Up” li ha consacrati come realtà capace di far sognare la forma canzone, per lasciare che si risvegli nel cielo semplice dell’originalità futuribilmente pop.
Già due anni dopo, le voci di corridoio li davano per prossimi ad un bis, ma i pettegolezzi non si sono mai concretizzati in un disco e la loro leggendaria fama è’ finita per precederlo, tant’è che qualcuno ha paragonato questa fantomatica uscita a quel “Chinese Democracy” che ha lasciato appesi i Guns’n’Roses fino al tracollo finale. Un accostamento che profuma di eresia. E poi ai ritardi del servizio postale, almeno noi italiani, siamo abituatissimi.
Il cantante del duo, Cutie Ben Gibbard, aveva chiarito le ragioni di questo ritardo, dandosi un tono artistoide che ci ha convinto e ha gettato benzina sul fuoco: “Non abbiamo piani per finire il secondo disco, o almeno, non abbiamo niente che possa essere definito tale. Fare musica al computer implica passare gran parte del tempo col mouse in mano, cosa che, decisamente, non è la mia passione; francamente, preferisco suonarla, la musica, piuttosto che crearla”.
E infatti pare siano in cartellone per il Coachella, cosa che ha fatto sospettare una ripresa dei lavori. Sbagliato: l’album arriva ma non è affatto nuovo. Ecco “Give up – Deluxe 10th anniversary edition”, che arriva il 9 aprile in doppio cd: il primo composto dalle 10 tracce della tracklist originale, il secondo formato da 15 brani tra cover, b-side, remix, rarità e solo due inediti firmati Postal Service, ovvero Turn around e A tattered line of string. Di uno c’è già questa sottospecie di video su Yuoutube e lo postiamo amorevolmente.
Però, che cazzo, Jimmy Tamborello e il suo socio si attaccano alla moda del momento: il riproporre il passato, il cullarsi negli allori che furono. Segno che il morbo della nostalgia e della celebrazione, auto o non che sia, non risparmia nessuno, o quasi. Del doman’ non c’è certezza, ma la fantasia non la si può chiudere nel cassetto con i sogni a fare la muffa, mentre il tempo scorre e rischia di lasciarci stecchiti. Meglio un rimorso che un ripianto, dicono gli psicoterapeuti: un rimpianto equivale a non vivere.
Stefano Cuzzocrea