5 domande a Davide Shorty x 2bePOP 2017

di 2bePOP - 1 agosto 2017

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Da Palermo a Londra, passando per i palchi di tutta Italia e non solo, il giovane veterano Davide Shorty ha conquistato tutti con il suo talento cristallino. Canta, rappa, produce, suona e intrattiene come pochi. Chi conosce la sua storia musicale, in automatico, conosce da sempre le sue doti e percepisce la sua vocazione alla completezza e lo studio che si cela dietro dischi, collabo e performance dal vivo.

Lo abbiamo raggiunto durante una delle numerose tappe del tour di presentazione di “Straniero”, album uscito per Macro Beats pochi mesi fa, per scambiare due chiacchiere con lui in occasione dell’imminente live in duo al 2bePOP Fest 2017.

E ci siamo fatti raccontare com’è vivere all’estero, quali sono i suoi punti di riferimento, qual è il rapporto con la sua terra madre e tanto altro.

1) I Sangue Misto cantavano “La mia posizione è di straniero nella mia nazione”. Tu, invece, da qualche anno risiedi a Londra pur restando legatissimo all’Italia e alla tua Palermo. Nel tuo disco, “Straniero”, spieghi perché sei andato via dalla tua terra. A quali condizioni torneresti?

Ho deciso di vivere da girovago, almeno per un po’, di cercare ed abbracciare modi diversi dal mio. Viaggiare per la musica mi ha fatto tanto bene, ma é chiaro che quando torno a Palermo e sono esposto a quei luoghi ed odori così familiari mi sento coccolato.

La sensazione di coccole dura poco, purtroppo le chiusure mentali della mia terra sono ancora estremamente radicate. Il musicista non é ancora visto come un professionista, ed in generale la creatività non viene mai valorizzata in ambito professionale, quindi é impensabile per me potermi rapportare con questa realtà. Purtroppo parlare con i muri non é un’impresa facile e molti Siciliani sono troppo testardi nel peggiore dei modi, tutto ciò é un paradosso visto che la Sicilia é un luogo che storicamente ha generato un grande patrimonio artistico.

Per quanto riguarda me, non ho una sfera di cristallo, potrebbe succedere di tutto, non so se tornerò e al momento lo escludo.

2) Vieni dal Rap, conosci molto bene l’Hip Hop e negli ultimi tempi hai sfruttato il tuo talento in direzione più ‘Soul’ senza comunque tralasciare il tuo background. Cosa deve avere oggi un artista per sentirsi il più possibile ‘completo’?

Credo che la completezza nasca dallo studio e dalla ricerca, dal circondarsi di persone più forti di te, e dall’apertura mentale alle critiche.

La musica é disciplina, ma anche istinto, bisogna trovare un equilibrio tra le due per potersi muovere liberamente. Per quanto riguarda il genere mescolo semplicemente quello che mi piace, compro tanti dischi (in realtà spendo tutti i miei averi in dischi, é proprio un vizio!), cerco di leggere, di informarmi e di assorbire quanto più possibile dal mondo. L’ispirazione é dietro l’angolo, un musicista completo deve essere un attento osservatore.

3) Hai notato differenze tra il pubblico italiano e quello londinese durante questo tour? E’ vero che lì ‘stanno più avanti’?

Non é tanto una questione dello “stanno più avanti”, quanto il fatto che ci sia una grande educazione all’ascolto. Le persone stanno in silenzio ad ascoltare, sanno quando esultare o quando cantare con te…in Italia siamo lobotomizzati dalle radio e dalle televisioni. Anche in Inghilterra c’é la musica spazzatura, ma quanto meno c’é una solida alternativa, c’é un movimento ben strutturato ed educato.

4) Qual è stato, se c’è stato, l’artista che ti ha fatto dire ‘Wow! Nella mia vita voglio cantare, fare i dischi, stare sul palco etc’?

Stevie Wonder, James Brown, Micheal Jackson…il primo rapper che mi ha fatto venire voglia di far rap é stato Tupac.

5) Ultima domanda: ci dicono dalla regia che fai molto spesso freestyle, al punto che potresti anche non fermarti per giorni. Smetteresti se Anderson Paak ti proponesse di andare in tour con lui?

Anche se dicessi di si non ci crederebbe nessuno! Che poi non sono un freestyler di chissà quale livello, ma mi diverto proprio tanto a farlo…non potrei proprio rinunciarci, scatta in automatico ad ogni post concerto…la proposta di Anderson sarebbe un sogno, ma secondo me i freestyle se li spara anche lui, e che freestyle!

Vuoi goderti meglio quest’intervista? Metti “Straniero” in sottofondo e non perderti l’occasione di vedere Davide Shorty in uno special live Martedì 8 agosto 2017 al 2BePOP Fest sul palco del Brunnen Bier. Qui trovi tutte le info!