Abbiamo ascoltato in anteprima “Caroline” di CRLN: The next big thing! – UPDATED
di 2bePOP - 11 maggio 2016
di Don Diegoh (Diego Lechiara)
“Per la stessa ragione del viaggio: viaggiare”. Lo diceva Fabrizio De André. L’input è farlo con la musica nelle cuffie o nelle casse della macchina, ventiquattro sopra ventiquattro e sette per sette. Stiamo ascoltando in anteprima Caroline, EP d’esordio di CRLN (si scrive così e si legge, per l’appunto, “Caroline”) giovane voce da poco entrata a far parte del roster Macro Beats.
Il viaggio dura poco più di 18 minuti, ma sembra infinito e vi spieghiamo subito perché.
Vi diciamo subito che Caroline ha 23 anni, ma è già una penna forte e ferma. Un dato impressionante per una ragazza della sua età, e ci scuserà se l’abbiamo svelata ma il motivo è proprio questo: a 23 anni sa già bene da dove viene e dove vuole arrivare. Dove vuole portarci e come vuole che ci sistemiamo. I titoli in tracklist sono la conferma della sensazione che percepiamo già da quando partono le prime note. Ancor prima di leggerli, ancor prima di sentire cosa ha da dire questa ragazza.
Crediamo che, per descrivere questo lavoro, sia necessario partire proprio dal suono che lo caratterizza. Quattro produzioni su cinque sono firmate da Macro Marco: uno che secondo noi odia essere identificato nelle rigide recinzioni di un sound preciso. Uno che, in pratica, dopo una vita trascorsa in cabina di regia nelle “Danz” e nei club di tutta Europa, anni fa ha rilasciato un Ep che spiazzò tutti per scelte sonore e sfrontatezza nell’eseguirle.
La traccia numero 4, “Un viaggio senza fine”, è prodotta da Yakamoto Kotzuga. Anche questo nome non suonerà nuovo ai più attenti. Nel dubbio vi invitiamo a far parlare la sua musica. Completano l’opera Gheesa (altra new entry in casa Macro Beats, qui nelle vesti di additional producer), il bassista Roberto Dragonetti (direttamente da “Le Forze del bene”, band di Ghemon) e i polistrumentisti Ulisse Minati e Mirko Onofrio (Brunori Sas).
Non ci piace etichettare la musica, discernerla per generi. Possiamo accompagnarvi nel viaggio di “Caroline” anticipandovi che è inutile considerarlo semplicemente un EP di musica ’trip hop’, ‘soul’, ‘elettronica’ etc. A un certo punto potrebbero entrare dei fiati, oppure una bella e sana virata ‘in a rub a dub style’, o ancora un break di batteria più ‘hip hop’ del tuo disco preferito degli ATCQ. Il tutto, naturalmente, suonato con le dieci dita magiche del signore barbuto che firma il mood.
Tocca dunque guardare il background, perché non c’è viaggio senza bagagli. L’idea di base è fornire uno zaino musicale pieno di ‘provviste’ e altamente sicuro. Fondamentale per una voce che si affaccia per la prima volta fuori in maniera ufficiale e che, per di più, lo fa presentando senza paura un lavoro che porta il suo nome: come se fosse un biglietto da visita. Da qui, a nostro avviso, la decisione di suonare in maniera decisa per raccontare con le canzoni.
Il ‘resto’ (?) lo fa Caroline. Vi scriviamo alcune frasi che colpiscono anche estrapolandole dai singoli brani.
“Con tutte le valige e la curiosità di noi partimmo per un viaggio all’improvviso”;
“Le promesse messe in tasca, ripiegate dentro un fazzoletto”;
“Fingere di non poter mollare e provare la libertà”;
“Mi hai vista crescere sotto alle tue ali, ora si sono alzate e son volate via con te”;
“Sono quella che sorride, quando dentro non c’è luce / Con le serrande abbassate trovo dentro me la voce / E vi guardo da lontano, stringo il pugno della mano. Non mi faccio più domande, voglio aprire io le danze”.
Nell’Ep alcune parole sembrano essere state appuntate col dito sul vetro del finestrino di una macchina sotto una giornata di pioggia (“Berlino Est”). Altre, complice il sound, fanno spuntare improvvisamente un piccolo sole (“Parlami di te”). Ci sono parole dedicate a un’altra persona, e momenti in cui la ragazza si confronta con sé stessa. Muove le braccia e usa la voce per la risalita, lasciando lontane delusioni e illusioni.
Il viaggio si fa doppio, parte da dentro e arriva ‘fuori’. Scolpisce momenti e, cosa che interesserà agli ascoltatori più curiosi, è un ottimo accompagnamento alle giornate a prescindere dal clima. In cuffia o in auto, da fermi o in movimento.
Caroline, al secolo Carolina Guidi, ci dà l’impressione di essere una artista che cura i minimi dettagli. Sappiamo, per vie traverse, che quando va da spettatrice ai concerti si incazza se l’impianto suona male e sul palco i musicisti non si impegnano per garantire uno Show degno di questo nome. Un ottimo approccio, utile a regalare emozioni e calibrarle con personalità pezzo dopo pezzo; disco dopo disco, si spera. La sua bravura sta nel fondere malinconia e serenità interiore (“Sono quella che sorride, mentre l’anima si scuce / Chiudo gli occhi, non mi perdo e trovo dentro me la voce”).
Il ‘bollino blu’ sul prodotto lo piazza da subito: non solo perché fa parte di una scuderia che non sbaglia un colpo, ma anche perché cammina con voce decisa e piacevolissima da ascoltare su tutti i tappeti musicali stesi per lei. Difficile, di questi tempi, trovare tutti questi input in un Extended Play che ‘dura poco’.
Fossimo un blog di serie C scriveremmo che ‘nella botte piccola c’è il vino buono’. Ma siccome non siamo un blog di serie C vi diciamo che l’intensità manda a fanculo la durata e che l’esto brevis tanto caro ad Orazio si applica perfettamente al nostro discorso: insomma, la grazia e la bellezza stanno nelle cose concise. Questo EP, intelligentemente, lo è.
In conclusione, mentre riavvolgiamo il nastro e ci ascoltiamo nuovamente “Caroline”, vi confermiamo quello che si sente dire in giro di Lei e vi invitiamo ad ingannare l’attesa ascoltando “Rum e Sigarette”. La trovate in Stereotelling, album di Kiave.
Curiosità: anche quel beat è prodotto da Macro Marco.
UPDATED:
Ascolta “Caroline” di CRLN:
Guarda il video di “Parlami di Te”:
L’EP di CRLN “Caroline” è disponibile sia in digitale su iTunes (cliccando QUI) , che in copia fisica [CD/Digipack] (cliccando QUI)
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