Oliver Stone: il moralista selvaggio

di 2bePOP - 19 dicembre 2012

BelveSavages, italianizzato in “ Le Belve”, segna il ritorno di Oliver Stone al cinema che più gli è congeniale. Dopo il mezzo fallimento del sequel di “Wall Street” e l’orrendo “World Trade Center”, il poliedrico e muscolare Oliver adatta il best seller americano Savages di Don Wislow ad film che per alcuni tratti è molto vicino a “Natural Born Killers” e ad “Una vita al massimo” di Tony Scott, entrambi sceneggiati con non poche polemiche a seguito da Quentin Tarantino e dallo stesso Stone.

Ne viene fuori un’opera abbastanza allucinata, violenta e dall’estetica molto patinata ma non fino al punto da disturbare lo spettatore. La storia è quella di due amici, Ben e Chon, il primo botanico filantropo e buddista, il secondo ex navy seals più cinico e violento. I due condividono consapevolmente la stessa donna ed un impero basato sulla coltivazione e lo spaccio “della migliore erba del mondo” nel paradiso di Laguna Beach. Tutto, triangolo amoroso compreso, fila alla meraviglia fino alla comparsa del cartello messicano della “madrina” Salma Hayek che pretende ed esige di entrare in affari con loro. Il rapimento da parte dei messicani di Ophelya, a.k.a. O, la donna condivisa, provocherà una guerra senza precedenti che minando e scoprendo le debolezze di tutti i personaggi  ne scatenerà la loro parte più selvaggia.

L’unico limite del film, ricorrente in tutta la cinematografia di Stone, è quello di voler sempre dare una lezione di morale allo spettatore. Tutti i personaggi del film sono dei selvaggi perché vivono dei conflitti affettivi che li rendono tali, un po’ come gli assassini di “ natural born killers”. Ed è proprio questa la ragione che provocò l’interruzione del sodalizio artistico col cinico Quentin Tarantino, al quale Oliver Stone sembra comunque ispirarsi.

In ogni caso, Le Belve diverte. Un ‘ottima colonna sonora che va dall’hip hop di matrice chicana ai Thievery Corporation, santini e testi messicani a volontà che si contrappongono al lusso delle ville californiane, attori  in stato di grazia. Niente di nuovo o di sorprendente sotto il sole ma, di certo, due ore di evasione che valgono il prezzo del biglietto.

Francesco Sapone