BACKWORDS ancora più vicini: il loro coefficiente è massimo

di 2bePOP - 4 aprile 2013

theFRIDGE_bckwrds_mixC’è un forza misteriosa, un qualche irreversibile attrattore multiplo, che, ciclicamente, mi riporta dalle parti di Casino Royale. Ok, assieme a tanti altri di almeno un paio di generazioni ci sono cresciuto sui loro pezzi e sotto i loro palchi ma questo non basterebbe a raccontare il feeling o a tracciare i fili che ci legano. Tantomeno a muovermi è uno spirito nostalgico che considero estraneo a ciò che di più prezioso vado cercando nella musica, da sempre. È un quid sfuggente ad ogni messa a fuoco, “cose difficili da dirti adesso qui”.

“La musica è una febbre che ritorna, non ti lascia tregua – mi dice Michele Pauli, storico chitarrista della band – cerchi di liberartene ma lei, come un’imprescindibile urgenza, ti ripiglia”. Mi dice questo mentre, davanti al camino acceso che scoppietta di resinose pigne, mi fa assaggiare un altro di quei magici formaggi, prodotti da comuni amici dalle parti di San Casciano, portatori di effetti lisergici nelle nostre domeniche pomeriggio d’inverno. Da queste parti il mitico Pardo può sfoggiare le sue camicie a quadri, i jeans arrotolati su impeccabili calzini dentro mocassini che hanno il fascino dei chilometri percorsi sulla pelle senza sembrare un hipster in fila fuori dal Primavera festival. Il più chic dei Casino è assolutamente credibile nel suo stile mush up (che risulta dalla centrifuga selvaggia di rockabilly, mods, rockers e punk) che ben si addice ad un country-man capace di lasciare i fumi sotto la Madunina per trasferirsi nella poetica campagna toscana a produrre Chianti da primato e un Olio Extra Vergine d’Oliva il cui profumo sarà primo o poi sintetizzato in una nuova, costosissima, droga da fooders.

Deve essere stata un’affinità elettivo-paesaggistica quella che lo ha fatto incontrare con Alberto ‘TuzZy’ Tucci fondatore e label manager di quella Elastica Records che per prima ha saputo esportare i bassi dubstep italici di Numa Crew ben oltre i confini nazionali.

BACKWORDS è il nome che i due hanno scelto per siglare il loro team produttivo in continua evoluzione. “Backwords è una naturale deriva dell’esperienza di Royalize (suo progetto D’n’B del 1999) – prosegue Pardo –  che si era esaurita troppo rapidamente. Quel suono, quello della ripetizione nella musica moderna intendo, è una reminescenza antica che costantemente ritorna nei miei ascolti e nelle mie produzioni. Dubstep, techno, trap, dub… le definizioni non mi interessano, so solo che è un ‘qualcosa’ che attira la mia attenzione e spinge il mio ego a provarci; è come tornare in un luogo conosciuto ma sempre nuovo; un luogo di scambio, dove tutto si mette, piano piano, a fuoco”. Vuoi dargli torto? Ci sono in giro musicisti che hanno smesso di ascoltare musica da quando si sono iscritti alla SIAE. Lui è sui palchi da più di 20 anni e ancora lo trovi in giro per i party itineranti “all night long”, con le orecchie assetate di roba nuova. E la cosa straordinaria non è neanche questa ma l’incredibile capacità di assimilare i nuovi ritmi, le nuove direttrici di sviluppo sonoro, all’interno di un percorso assolutamente coerente e riconoscibile, personale e aperto al contempo.

Con le radici ben salde dentro il suono della ripetizione, dei loop e delle manipolazioni dub, Backwords è sempre in bilico fra digitale e analogico. Un primo saggio lo avevamo avuto con le uscite ‘Hard Night Days’ e ‘Not Your Teddy Bear’ del 2012 seguite da vari, succosissimi, remix. Ma le cose più prelibate devono ancora venire fuori. ‘SudokuHell’ la troverete presto scaricabile gratuitamente dal volume II della compilation Mixology (www.andreami.com); il remix di ‘Just Say Who’ degli Almamegretta con alla voce il mitico Horace Andy è pronto ad uscire su Elastica Records e, infine, ‘Short Circuit’ è il prossimo singolo dei Pellicans a godere del trattamento BACKWORDS in una uscita a marchio Lady Lovely.

Per ascoltarle tutte basta pigiare sul bottone ‘play’ del mix esclusivo che Backwords ha firmato per Mixology. In 60 minuti netti sentirai clashare i beat del genietto Hudson Mohawke con la spoken word di Zebra Katz, noterai le similitudini ritmiche tra Subwave ed LV, scoprirai il legame tra Colin Stetson e Dahlia Black, potrai legare con un filo rosso le voci di Thom Yorke e Horace Andy, imparerai a conoscere incepBOY e capirai che alla fine si torna sempre ai Beach Boys.

P.S.: Occhio al promemoria che il BW ha fissato sul frigo con le calamite: “I against I” ma “Music s a Trap”. Meditate gente… meditate sui bassi.

Andrea Mi

BACKWORDS Xclusive Mix by Mixology on Mixcloud