Sono stato al 2bePOP Fest
di 2bePOP - 20 agosto 2015
Ci sono feste alle quali si partecipa, talvolta con poco interesse o per caso. Poi ci sono Feste che si costruiscono. Mattone su mattone, cavo per cavo, momento per momento. Prendi un gruppo di amici, amici di una vita e da una vita, e mettili a organizzarsi e organizzare. Per giorni, settimane, mesi. Per una one night che poi diventano due, perché non si sa mai quello che può succedere.
Sono quelle situazioni in cui tutti sono indispensabili, e spontaneamente non si accontentano di essere soltanto “utili”. Dal frontman della band di punta al fonico, passando per il barman o per il driver, senza dimenticare i super Dj o gli amici che di mestiere fanno qualcosa di differente dalla musica. Dal più al meno giovane. Sono quelle situazioni in cui, più che il tuo nome, conta quello che puoi dare. Senza sentire la stanchezza, dal mattino fino al mattino seguente.
“Il tempo regge?” – “Il meteo che dice? Controlla il meteo!” – “C’è da dare una mano per montare il palco, ci vediamo domattina!”. Per raccontare 2BePOP Fest, perché è di questo che stiamo parlando, non bastano le foto. Non basta neanche un report. Bisognerebbe riportare su carta gli occhi e l’energia di un team di Persone che vogliono bene a un Amico speciale. Uno che conosce tutti quelli che erano lì per lui, per due sere. La data fissata era domenica 16 agosto 2015, nel cuore dell’estate. Location da urlo, in una San Lucido che sembra la California. Dopo giorni di preparativi, l’appuntamento è per le 8 del mattino per costruire il palco sulla spiaggia a due passi da un mare incerto sotto un cielo che non promette nulla di buono.
Reggerà? Non reggerà? A cose fatte, quando mancano poche ore e gli inviti sono praticamente sold out una scarica d’acqua di pochi minuti vanifica sforzi e speranze. Palco fuori uso, e tutti a smontare e salvare l’attrezzatura. Occhi tristi, nervosismo, ma lo spettacolo deve continuare. La musica non si ferma mai: Stefano lo sapeva bene. Ha dedicato la sua vita a scrivere di lei, come nessun altro.
Il tempo di dire che ci si rivede tra due giorni, grazie all’enorme disponibilità e al cuore degli artisti in line up e degli addetti ai lavori, poi via con l’apertura delle danze. Per un doppio set che alla fine sarà solo un nutrito antipasto di ciò che succederà il 18 agosto. Keró e Macro Marco prendono il possesso della consolle: l’atmosfera, complice un cielo beffardo che torna subito ad essere stellato, torna serena. Lo sarà fino alle 5 di mattina, malgrado c’era chi facesse richieste bizzarre ai selecta (“metti un po’ di techno?”).
Loro invece suonano come solo i veri dj’s sanno fare. Difficile fare meglio, inutile dire quali pezzi. Perché più che ciò che suonavano, bisognava vedere “come” suonavano.
Un antipasto, dicevamo.
Dopo un lunedì di riflessione e decompressione, come nel più classico dei day off, martedì si torna sul “luogo del delitto”. Sempre dalle prime ore del mattino. Con l’impianto, con le buone intenzioni, con selezioni ad hoc, e con un cielo stupendo e un mare calmo. Ma c’è chi, prima di rilassarsi, aspetterà che tutto sarà in ordine. Quella che segue è la cronaca di una Festa, nata per spirito di aggregazione, dove tutti si rendono conto che c’è qualcosa di magico nell’aria.
Dove i ricordi si mischiano al futuro, sotto tutti i punti di vista. Dove Dario Brunori, che prima di diventare Dario Brunori era un compagno di liceo di Stefano e preferiva il virtuosismo del metal ai baggie jeans HH, sale sul palco per aprire i giochi (“Faccio i pezzi che piacevano a Stefano, ma anche quelli che non gli piacevano. Per dispetto”).
Dove Mirko Kiave, che di intrattenimento e emozioni se ne intende, specifica che non bastava fare solo una serata e per questo senza perdersi d’animo ne sono state fatte due. L’apertura del celebre cantautore di San Fili è un degno e raffinato preludio, una ciliegina prima della torta. Canzoni e chiacchiere con un pubblico attento.
Poi, l’altra parte del party: la comitiva torinese dei Blue Beaters è di casa. Sembrano passare tutte le estati qui per quanto sono nel mood, ed effettivamente Cato (chitarrista e trascinatore con fascetta per capelli alla Björn Borg) trascorre spesso del tempo in zona quando può.
I BB, capitanati da Patrick Benifei (il Pharrell all’italiana), si divertono e fanno divertire. Sanno che è una giornata speciale. E sanno che il miglior modo per celebrare è la musica. Il loro nuovo album è totale, il loro show è corale. Armonico. Forte.
Il posto è pieno, la gente partecipa. 2BePOP Fest, più che una one night, è stata un’esperienza formativa. Chi gira l’Italia per suonare, raramente ha il tempo di fermarsi a osservare quello che accade dietro le quinte. Arriva tardi nella città, visitandone solo l’albergo e la stazione, per suonare e ripartire. Quella di cui sopra, invece, è stata la dimostrazione pratica di come si può creare uno spettacolo unico. Di come con l’aiuto di tutti si possono rendere facili anche le “cose difficili”. Il resto è nella mente, di chi c’era. Con la speranza che si rifaccia. Per e con Stefano, che tutto questo ha contribuito a crearlo in tempi non sospetti.
Scritto da un amico della redazione
Photo Credits: Tiziana Liguori / Simona Lombardo